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Export e digitale: un matrimonio da fare!





Poco e-commerce a supporto delle esportazioni italiane. L’export di beni di consumo online vale 6 miliardi di euro, solo il 4% delle esportazioni totali di beni di consumo.

Il settore più esportato attraverso i canali digitali è il Fashion (65% delle vendite online confine), seguito da Food e Design con circa il 15% ciascuno. I principali mercati di sbocco restano i paesi occidentali (Europa ed Usa) seguiti da Giappone e Russia. Sono invece ancora poco presidiati la Cina ed il Sud America.

Questi sono alcuni dei risultati della ricerca dell’Osservatorio Export della School of Management del Politecnico di Milano.

La limitata diffusione dell’e-commerce a supporto dell’export di prodotti è un segno evidente delle difficoltà delle nostre imprese italiane nell’utilizzo del canale online che, se da un lato dà la possibilità di ridurre le distanze con il consumatore finale, dall’altro non elimina le difficoltà logistiche, normative e commerciali, oltre a quelle legate alla comunicazione e ai pagamenti.


L'e-commerce in Usa ed in Cina.


E’ necessario studiare le caratteristiche dei vari paesi esteri e dei settori per delineare modelli di Export con l’utilizzo di adeguati canali digitali.


L’e-commerce in Usa. Nonostante l’ampia offerta del mercato e-commerce americano, le aziende italiane non riescono ad utilizzare al massimo i canali commerciali disponibili online in Usa. Le aziende italiane non riescono a differenziarsi dagli altri concorrenti poiché promuovono la propria impresa con un sito individuale usando strumenti tipici del contesto occidentale (SEO, SEM, ecc.). La maggior parte delle aziende italiane non pianifica un’idonea strategia logistica considerando la vastità geografica del territorio, la numerosità degli Stati, la peculiarità di ciascun Stato e le eventuali imposizioni normative.

Tra le modalità di trasporto, circa il 68% delle aziende italiane preferiscono utilizzare la nave al posto dell’aereo.

I pagamenti online in Usa avvengono principalmente con carte di credito, mentre Paypal in questo momento è l’unica alternativa significativa sul mercato.

Per quanto riguarda le questioni legali, i principali fattori da considerare per vendere online negli Usa sono la normativa doganale e fiscale, la protezione del marchio, il rispetto delle condizioni di vendita e di reso.


L’e-commerce in Cina. L’e-commerce rappresenta una chiave d’ingresso straordinaria nel mercato cinese, grazie alla possibilità di raggiungere grandi volumi di vendita, alla significativa capacità delle piattaforme dedicate all’import di garantire l’autenticità di prodotto e ai minori investimenti nello sviluppo rispetto ad eventuali canali fisici. Nonostante questo, le aziende italiane utilizzano solo marginalmente il canale online. Dalla ricerca condotta dall’Osservatorio Export, il canale commerciale più utilizzato per vendere in Cina è la rete fisica d’importatori locali (circa il 69% su un campione di 110 aziende), mentre solamente il 22% utilizza una piattaforma di e-commerce e solo il 16% ha un sito proprio.

Eppure il mercato cinese online è il primo mercato e-commerce al mondo, con un valore di 600 miliardi di euro che diventeranno 1.600 nel 2020 con una crescita del 20% l’anno.

In Cina, ci sono 668 milioni di navigatori del Web, di cui 400 milioni comprano abitualmente online.

Secondo un report della società di consulenza Bain&Company, i settori in cui lo shopping via Internet sono destinati a crescere di più sono l’elettronica, la cosmesi, l’abbigliamento, i prodotti per maternità e bambini, l’arredamento.

Ecco cosa bisogna fare per un e-commerce di successo in Cina:

  • Le aziende italiane dovranno progettare i contenuti per lo shopping online, considerando l’uso crescente dei social network e degli smartphone per gli acquisti online. Molti cinesi usano lo smartphone anche per prenotare il ristorante o fare la spesa con ritiro presso il negozio fisico o consegna a domicilio.

  • Prendere come punto di partenza per l’e-commerce in Cina, la piattaforma Tmall Global. E’ un marketplace B2C (Business to Consumer) di proprietà del gruppo Alibaba, che consente alle aziende estere con un proprio brand di vendere direttamente sul mercato cinese.

  • Sviluppare una forte partnership tra le aziende italiane e operatori cinesispecializzati nella comunicazione locale. Sviluppare campagne di marketing e comunicazione in un mercato culturalmente distate come quello cinese, implica difficoltà d’individuazione di toni, temi e contenuti coerenti con i gusti del mercato. In Cina, si fa marketing con WeChat. E’ una specie di What’s App, utilizzato dai cinesi per inviarsi messaggi di testo o vocali, supportati dall’invio d’immagini, video e file di piccole dimensioni. Un’azienda può utilizzare WeChat aprendosi un account business con la possibilità per l’azienda d’inviare ogni giorno messaggi ad un vasto pubblico di clienti e potenziali clienti, mostrare i propri prodotti o servizi, vendere direttamente i prodotti da mobile.

  • Individuare soluzioni logistiche adeguate sin dall’inizio. Per prodotti di basso valore (1-30€/unità), come ad es. la pasta, è conveniente localizzare un magazzino in Cina ed effettuare il trasporto via nave. Per prodotti di medio/basso valore (30€-90€/unità) e volumi contenuti, è preferibile il treno. Per prodotti di valore alto (oltre 90€/unità), come ad esempio vino pregiato e abbigliamento di fascia alta, la soluzione ottimale risulta essere la localizzazione di un punto di transito (hub) in Cina con trasporto aereo, poiché gli elevati costi di trasporto sono compensati dal contenimento dei costi per le scorte.

  • Utilizzare magazzini franco dogana. A partire dal 2013, la Cina ha creato diverse free trade zone: zone pilota per promuovere l’ingresso e la commercializzazione delle merci d’importazione con particolari agevolazioni. Qui è possibile avere magazzini franco dogana e vendere anche on line prodotti registrati in Italia, senza il lungo iter autorizzativo presso le autorità locali.

  • Prevedere il pagamento online mediante Alipay (principale operatore del mercato mobile), mentre sono invece più utilizzati dalle aziende italiane i pagamenti tramite carte di credito internazionali (82%) e trasferimento bancario (50%).



Ti ho evidenziato le grandi opportunità e potenzialità dell’e-commerce internazionale.


La rete ti consente di vendere continuamente 24 ore su 24 ore e di effettuare campagne di marketing a costi contenuti, consentendo di potenziare la reputazione e aumentare la notorietà del marchio nel mercato estero di destinazione.


L’utilizzo dell’innovazione digitale per l’Export è una grande opportunità per competere a livello internazionale ancora poco utilizzata dalle aziende italiane.


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Chi sono?

Mi chiamo Alessandro Rinaldi. Sono nato il 6 Agosto 1965, segno zodiacale Serpente secondo l''oroscopo cinese, leone secondo l'oroscopo tradizionale.

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